Come rendere possibile l’insegnamento oggi? Ancora nel 1965 la psicoanalista dell’infanzia Maud Mannoni evidenziava la crisi in atto nel Sistema Scolastico e l’impossibilità degli insegnanti di esercitare la loro funzione al meglio. Il sapere è diventato un’acquisizione sterile da trasmettere seguendo standard e competenze di programma che non seguono né si allineano alle esigenze effettive e al desiderio di apprendere di ciascun bambino.

“L’aumento degli alunni, il sovraccarico delle classi a ogni livello di insegnamento, ha cambiato le stesse modalità della istruzione. Non si tratta più tanto di conoscere gli alunni quanto di dispensare loro un sapere che essi assimilano con un’accresciuta reticenza. (…) I metodi di insegnamento si diversificano, si fa appello, volta a volta, a metodi attivi. La preoccupazione dei maestri sembra essere di ottenere dai loro alunni partecipazione e interesse al loro studio.”

Crisi dell’Istituzione Scolastica

“I maestri sono sovraccarichi per il numero degli alunni, la loro azione d’isolati si rivela spesso inefficace. Ai nostri giorni è stabilito che ‘se un bambino non rende’ non c’è che metterlo nella scuola privata. Scuole libere suppliscono così, in certi casi, alla carenza della Scuola Statale ma la crisi comincia a raggiungere anch’esse e la carenza di personale qualificato si fa particolarmente sentire nelle classi elementari. (…) Spetta alla Pubblica Istruzione dare ai maestri la possibilità di esercitare la loro funzione. Nel frattempo i ‘disadattati scolari’ aumentano ogni anno il numero delle visite mediche.”

“Ora, i progressi fatti nell’individuazione delle turbe di dislessia, discalculia, non devono farci perdere di vista il seguente fatto essenziale: dovrebbe essere data la possibilità di un insegnamento adattato ai ‘casi speciali’, nel quadro della Scuola Pubblica. Ma questo presuppone un ritorno a classi con meno alunni, con maestri non sovraccarichi nel loro lavoro. Ogni insegnante dovrebbe essere più informato di quanto non sia attualmente dei disturbi che possono sopraggiungere nel campo della lettura, dell’ortografia, del calcolo. Il bambino aiutato a 7 anni ha più possibilità di cavarsela che se preso in cura a 10 con già, dietro di lui, un passato di fallimenti scolastici. Bisogna creare una situazione in cui rendere possibile l’Insegnamento.

Il disadattamento scolastico dei bambini

“Per il bambino è necessario ricevere un’istruzione corrispondente alle sue difficoltà. è bene mantenere il bambino nell’istituto che frequenta, per evitare che, vivendo tra ‘casi speciali’, si accentui anche in lui questo lato spettacolare. (…) Nei casi di disadattamento scolastico, troviamo un’ampia gamma di soggetti. Quando il sintomo del bambino non ha un valore di messaggio, la rieducazione riesce. In altri casi invece un maestro, anche altamente qualificato, non riesce a niente perché alcune turbe in realtà ci rimandano altrove, alla malattia mentale del bambino, o meglio al suo mondo fantasmatico e alla posizione inconscia che assume nella dinamica con l’ambiente familiare. Il sintomo che ha valore di messaggio se è rieducato invece di essere capito (su un piano psicoanalitico) può creare un netto aggravamento nello stato del bambino.”

“Le nostre visite, i nostri primi colloqui psicoanalitici, si trovano invasi da troppi casi benigni di disadattamento scolastico che avrebbero potuto risolversi nel quadro di un normale insegnamento scolare se questo fosse adattato meglio alle esigenze di ciascuno.” Torna l’appello della psicoanalista che vuole entrare in dialogo con la pedagogia: bisogna creare una situazione per rendere possibile l’insegnamento.

Maud Mannoni, Psicoanalisi e pedagogia, in Il primo colloquio con lo psicoanalista. Problemi dell’analisi con i bambini, Armando Editore, Roma 1974, pp. 151-158.

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