La paura della scuola comporta frequenti episodi di rifiuto, di assenza prolungate dal banco scolastico. Non si marina la scuola girovagando per la città. Il rifiuto si presenta a casa in maniera categorica, accompagnato da sensazioni di panico o di ansia molto intensi che né il soggetto né i genitori riescono a gestire. La paura sporadica può condensarsi in una Fobia determinando un successivo Abbandono Scolastico; eppure i due fenomeni non devono confondersi: vissuti e portata emotiva in gioco sono differenti.

C’è qualcosa che lega la fobia a una forma di angoscia

La paura insorge e blocca il ragazzo o la ragazza in casa o a letto, inchiodandoli in una crisi acuta che compare al momento di dover lasciare casa. L’angoscia cresce e può accompagnarsi al terrore e a sintomi psicosomatici quali dolori addominali, tachicardia, emicrania o incontinenza. Se forzati ad andare a scuola, assumono una posizione attiva, diventando esigenti e imperativi con i genitori, talvolta aggressivi e pieni di rabbia.

In prima battuta occorre distinguere la Paura Scolastica dall’Ansia da Separazione dai familiari che, solitamente, si manifesta all’inizio della scolarizzazione con l’ingresso alla Scuola Primaria. I fenomeni di fobia scolastica, invece, si presenterebbero, generalmente, nel periodo successivo, a partire dalla pre-adolescenza, durante il periodo delle Scuole Secondarie configurandosi come “un problema a sé stante, indipendente dalla presenza o meno dei genitori”.

“L’esordio della fobia negli adolescenti può avvenire improvvisamente o in occasioni di interruzioni nella frequenza della scuola per vacanze o malattia. Alcune volte la fobia è collegabile a episodi specifici della vita scolastica, quali litigi con un compagno, conflitti con un insegnante o ancora insuccessi nei compiti scolastici. Non è semplice capire quali siano gli oggetti specifici e le situazioni particolari da cui si origina il terrore” (p. 33).

L’esperienza scolastica diventa faticosa

La scuola valuta e confronta, mette sotto pressione. Il ragazzo stesso, che vive forti episodi di fobia, intensifica questo sentire e si chiude alla relazione con i compagni. La chiusura diventa tangibile, si innalzano i muri della propria stanza, sempre più alti, invalicabili, rifugiandosi dietro lo schermo del virtuale.

La paura della scuola non è un semplice rifiuto, ma indice di una crisi più profonda, di una ristrutturazione del sé rispetto alle richieste circostanti dell’ambiente e della società contemporanea, spesso competitive e frustranti che faticano a essere tollerate.

Citazioni tratte dal testo di F. De Masi, M. Moriggia, G. Scotti, Quando la scuola fa paura, Mimesis, Milano-Udine 2020.

(Immagine in evidenza: Foto di Vickie Intili da Pexels)