Iperattività e mancanza di attenzione dilagano sempre più frequentemente tra i bambini rientrando tra i nuovi sintomi del mondo contemporaneo. La correlazione tra il sintomo e il contesto sociale di riferimento sembra inevitabilmente imporsi ai nostri occhi. Le Scienze Sociali hanno ormai messo in luce l’impossibilità di considerare qualsiasi sintomo psichico isolato alla sola individualità personale. Il soggetto è infatti intessuto nell’ambiente e si confronta continuamente con il contesto socio-culturale in cui si muove.

Tra il singolare e il sociale vi è infatti un’interconnessione reciproca.

Ovvero, il disagio psicologico non è frutto solo delle forze intrapsichiche poiché su di esso vi si rifrangono le forze sociali. Ogni sofferenza deriva anche dal contesto sociale che respiriamo. Dunque il sintomo si lega ai modi di sentire e di pensare del singolo, alle dinamiche familiari e anche al tessuto sociale che abita. Il sintomo si nutre dei valori simbolici e degli ideali sociali sventolati come bandiere: progresso tecnologico e scientifico, soddisfazione delle tendenze, oggetti di consumo, adattamento alle identità social, atteggiamenti prestazionali e performativi.

Il sintomo rivela i disagi della società

Pensiamo solo ai disturbi alimentari e alla dipendenza da Internet, allo shopping compulsivo e alle violenze virtuali, nonché alle forme di ritiro sociale di molti adolescenti e giovani-adulti. Queste derive patologiche possono attecchire nella mente del singolo poiché trovano la giusta fertilità nel terreno contemporaneo. O meglio, in fondo ogni forma di disagio e di sofferenza psichica trova espressione nelle forme del malessere che si ritrovano nel mondo stesso.

I nuovi sintomi del mondo contemporaneo sottolineano il disagio che insiste tra le pieghe degli ideali della società a noi contemporanea, e il soggetto vi si identifica, mettendolo a nudo.

La mente, racchiusa nel proprio sintomo, testimonia – come già sottolineava Freud – “i disagi della civiltà”.

L’anelito al vuoto del sintomo anoressico; l’impossibilità di cogliere i limiti nella voracità desiderante del sintomo bulimico. Le ossessioni compulsive nel comprare oggetti all’ultima moda, all’ultimo perfezionamento tecnologico, che possano soddisfare le nostre tendenze insaziabili di appagamento. L’immersione totale nell’avvincente mondo social, dei video (YouTube) o dei videogiochi che, ricchi di stimoli, anestetizzano anche solo la possibilità della noia e provocano forti forme di dipendenza online. Il ritiro dall’iterazione sociale e le gravi forme di fobia scolastica determina una chiusura entro le mura delle proprie stanze. Il singolo è vinto da un certo disgusto nei confronti delle relazioni fondate su convenzione e competizione performativa.

Anche in età evolutiva i disturbi dell’apprendimento, dell’iperattività e dei disordini attentivi rivelano una stretta connessione con le derive patologiche legate agli ideali inneggiati dalla società a noi contemporanea a cui le famiglie non sanno porre limite. Il sapere tecnico performativo, la velocità, l’acquisizione di sempre più informazioni e di oggetti, accompagnano e consolidano la formazione dei nostri sintomi nei periodi di sofferenza.

(Immagine in evidenzia da: Fito di Rodolfo Clix da Pexels)

Testo di Claudia Compiani per Forme di Apprendimento