L’AD/HD può manifestare congiuntamente disturbi di iperattività e disattenzione o solo una delle due componenti, è il caso dell’AD/HD con Iperattività predominante. Gli studi, ancora aperti sul disturbo, esortano a cautela nella diagnosi, soprattutto per non confondere i segni clinici con l’esuberanza della prima età scolare.

Il termine iperattività definisce in primo luogo la difficoltà di autocontrollo motorio (soprattutto dopo la classe terza primaria). Il soggetto, cioè, è spinto da un bisogno a lui/lei connaturato di muoversi e spostarsi in continuazione. Eccesso di movimento, di azione, dunque, manifesto sia a livello fisico sia a livello verbale. L’immagine con cui vengono descritte queste soggettività è quella di una molla tesa nello slancio, alimentata dal vento di un’agitazione incontenibile.

Azioni o discorsi abbozzati, lasciati in sospeso per passare ad altro, a qualcosa d’altro che attiva e agita la nostra attenzione motoria, solo per brevi istanti e poi, ancora, altri piccoli scatti motori rivolti altrove. E via di seguito. L’iperattività diventa il contrassegno con cui vengono svolti i compiti e le diverse attività che, difficilmente, vengono portati a termine.

Solitamente l’iperattività procede di pari passo con l’impulsività, ovvero l’incapacità di posticipare la soddisfazione di un desiderio. O ancora, agire immediatamente senza controllare comportamenti e parole, quindi le loro conseguenze, anche in relazione al contesto di riferimento.

Caratteristiche dell’iperattività:

  • Frenesia motoria e verbale
  • Impulsività e precipitosità
  • Anticipazione dei tempi
  • Mancata conclusione delle attività iniziate
  • Concentrazione dispersa
  • Gratificazioni immediate
  • Difficoltà a mantenere attive informazioni rilevanti

La difficoltà maggiore nell’ AD/HD con Iperattività predominante è quella di non riuscire a inibire e a modificare comportamenti inappropriati rispetto alle richieste della situazione. Non pensiamo comunque che ciò sia problematico solo per genitori e insegnati. Il soggetto stesso percepisce e vive negativamente i continui richiami e la difficoltà a relazionarsi con i coetanei. La mancanza di sostegno non solo educativo ma anche psicologico e affettivo può provocare in lui/lei un senso di forte incomprensione.

Due le problematiche psicologiche reattive che possono insorgere così nel soggetto:

  1. Reazioni esternalizzanti: rabbia, provocazione, ansia
  2. Reazioni internalizzanti: tristezza, sfiducia

Infine ricordiamo che il sintomo iperattivo risulta inevitabilmente legato al mondo sociale in cui siamo immersi, quasi da configurarsi una sua risposta necessaria e alimentato dalle famiglie che, sempre meno, valorizzano il limite, le frustrazioni alle gratificazioni immediate, le attese e i momenti di noia.

(Immagini in evidenza: Foto di cottonbro da Pexels)