La psicoterapia con i bambini e genitori è una pratica esigente e delicata. Il bambino, nella nostra società, rappresenta spesso il desiderio e la costruzione dell’amore che si inscrive nella consolidazione di una famiglia. Ma la nascita di un bambino non segna il lieto fine, come in molte storie di romanzi e film, ma un diverso e complesso inizio. Il bambino è investito da un carico di attese, speranze e aspettative.

I genitori imparano a bilanciare le loro aspettative con la singolare personalità del figlio che viene, via via, a delinearsi. Portatore dello stesso patrimonio , ciascun figlio rimane irriducibilmente diverso, chiamato a trovare il suo singolare desiderio e posto nel mondo.

Dare voce ai sintomi dei bambini

Spesso il bambino manifesta un sintomo, una forma di sofferenza indicibile o inspiegata. È un bambino desiderato e agiato eppure qualcosa si arresta e ripete un’esigenza altra. La psicoterapia con i bambini dunque ascolta cosa si cela nel sintomo, il messaggio che porta. Spesso c’è un’esigenza di riadattamento nel posto occupato in famiglia o di rimodulazione delle aspettative e degli ideali a cui non corrisponde. L’introduzione alla scuola, le separazioni dal contesto familiare, la nascita di un fratello o di una sorella, le discussioni tra i genitori, i lutti in famiglia, le sofferenze profonde nei genitori o nei nonni, l’incontro con i pari, con i limiti e le frustrazioni, con il sapere e la legge scolastica.

Tutti questi eventi possono destare dei conflitti o dei disorientamenti nel bambino. Il più delle volte il bambino non trova spiegazione, gli accadimenti rimangono nella zona del non-detto. Eppure il bambino assorbe ciò che lo circonda e rimane vivo e circolante nella sua vita psichica. Ascoltare il suo modo di sentire e di inscriversi nel discorso dei genitori, nella loro singolare storia di vita, può attutire dei sintomi incrostati e fare in modo che non si solidifichino durante la crescita.

La psicoterapia con i bambini e genitori, inoltre, serve a sostenere il bambino anche in traumatismi più forti. Molti bambini infatti possono aver vissuto mancanza d’amore, maltrattamenti, lutti e separazioni, sradicamento dalle proprie radici, vessazioni psicologiche, senso di emarginazione e di abbandono.

Talvolta è difficile avere a che fare con l’angoscia di un bambino a cui si somma quelle dei genitori, accompagnata dalle loro aspettative o dai loro eccessi; lasciando agire il tempo e la fiducia nell’incontro terapeutico si può rimettere in moto, spostare e far circolare diversamente la vita psichica. Condividere ed esprimere il proprio tormento, anche per un bambino, consente di distaccarsene e coglierlo in una maniera altra. Si tenta di costruire, in questo modo, un nuovo sapere, intessuto nel legame con le figure di riferimento (genitori, fratelli, sorelle, nonni, zii, insegnanti, amici) e con la storia singolare della propria famiglia.