I “facilitati” Il PDP non basta. La rotta si è invertita: dall’essere i materiali didattici o i percorsi di apprendimenti facilitati, ai soggetti facilitati. L’aggettivo ricade a qualificare i bambini e i ragazzi stessi. Era abbastanza prevedibile. La didattica inclusiva dei Bisogni Educativi Speciali inizia a presentare anche i suoi risvolti meno inclusivi.

Docente: “Ora vengano i facilitati a prendere le loro verifiche. Tieni, verifica facilitata.”

Studente: “Ho preso 5, tu?… Ah, 8… ma tu sei facilitato.”

“Fai anche gli altri compiti, vedi che li hai capiti, rafforziamo l’apprendimento.” “No, non ho più voglia, tanto io sono facilitato.”

Attribuzione di facilitazione che bambini e ragazzi finiscono, essi stessi, per auto-attribuirsi. Ora più che mai, bisogna trovare un modo altro di pensare e articolare questa questione. Sarebbe importante, in primo luogo, sostituire un certo linguaggio con un altro in modo che un salto di pensiero possa aver luogo: dal discorso sulle facilità a quello sulle modalità.

Altre modalità di apprendere

Ciò che dovrebbe passare nel clima della classe è che non c’è un metodo unico per spiegare gli argomenti, tanto mento un unico modo per capirli. Inoltre, si possono ed è legittimo capire maggiormente certe cose rispetto che altre. I tempi e le forme con cui apprendiamo sono molteplici. Alcuni seguono certe vie di apprendimento, con canali specifici (visivi, sonori, globali, particolari…), diversi rispetto a quelli messi in opera da altri e dall’insegnante stesso.

Ci sono scuole più inclusive di altre, certo. E questo passa da come insegnanti e genitori valorizzano o meno un clima inclusivo. L’inclusione non sta nel PDP in se stesso. I “facilitati” Il PDP non basta. Non basta infatti attuare i Piani Didattici Personalizzati (PDP) se non creando, contemporaneamente, un’effettiva cultura che valorizzi le differenze singolari. Questo clima si costruisce giorno per giorno, in primo luogo attraverso le modalità di interazione degli insegnanti con gli alunni, coinvolgendo i genitori stessi.

Il sostegno (BES) non è una facilitazione, ma una modalità altra di sostenere l’apprendimento e di spiegare gli argomenti. Il PDP non dovrebbe essere inteso come un mezzo di adeguamento ad un modello supposto corretto. Ma come espressione delle modalità singolari di ciascuno.

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